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Kind of Blue (Miles Davis)

A detta di chiunque è il disco più importante e conosciuto del jazz di tutti i tempi. Per gli addetti ai lavori il manifesto del jazz modale, la sacra bibbia, la torre di babele dalla quale sono poi nati tutti i sottogeneri. Che dire di un disco sul quale sono stati versati fiumi di inchiostro, reale e virtuale, ogni parola sarebbe già detta o già scritta: Kind of Blue è un disco eterno e universale. Eterno perché a dispetto dell’età, è stato registrato nel 1959, è di una modernità che continua a sorprendere nel tempo, universale perché piace veramente a tutti. Puoi essere un’amante della classica, del pop o del rock e pensare di detestare il jazz, ma appena senti Kind of Blue non puoi che rimanerne ammaliato. Una volta inserito il cd tutti i preconcetti svaniscono alla luce del sole. Ideale per le code e le autostrade trafficate, per farsi cullare dall’armonioso sottofondo del piano di Bill Evans, dai sognanti ed esotici assoli di Coltrane, dal rarefatto e struggente suono della tromba di Miles, non a caso la più famosa della storia del jazz.
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