Estate a Bormio: tradizioni sotto le stelle
Con tre appuntamenti serali – l'11 luglio, l’1 e il 22 agosto –
le tradizioni valtellinesi invadono le corti del centro storico:
dolci tipici, degustazioni di vini e una magica notte a lume di
candela, per scoprire la Bormio più autentica
19 giugno 2015 – Si accende l’estate a Bormio (www.bormio.eu) con
“Tradizioni e Mestieri in Piazza”, le tre speciali serate
dedicate al patrimonio storico ed enogastronomico dell’Alta
Valtellina.
Primo appuntamento sabato 11 luglio con la “Serata dei Dolci
Valtellinesi”, in programma nelle vie del centro storico: dalle
21 degustazioni di dolci tipici, torte e antiche ricette a base
di frutta di stagione, miele e latte di montagna, da assaporare
con le note della Filarmonica Bormiese di sottofondo.
Si prosegue il primo agosto, sempre di sabato, con la “Serata dei
Vini”: per l’occasione le case vitivinicole valtellinesi si
daranno appuntamento nelle corti storiche per far conoscere a
tutti i dettagli e le particolarità delle loro produzioni. Si
potranno degustare vini come il Sassella, il Grumello, lo
Sforzato, e concludere con assaggi di grappe, amari locali (come
il Braulio e la Taneda, giusto per citare i più famosi) e tisane
della tradizione.
Per concludere, gran finale sabato 22 agosto con la Serata “Al
Scur” (al buio, in dialetto bormino): a partire dalle 21.30 le
luci del centro storico – in particolare dei reparti Maggiore e
Dossorovina – saranno spente, mentre fiaccole e lanterne
riveleranno il fascino del borgo antico, in un itinerario guidato
alla scoperta di portali, magnifici affreschi, corti della
tradizione, attraverso giochi di ombre, degustazioni e
intrattenimento musicale.
In Alta Valle, per scovare i mestieri della tradizione
La Valtellina è custode di un prezioso patrimonio di tradizioni
artigiane, che ancora oggi si tramandano di padre in figlio.
Alcuni di questi mestieri “storici” stanno addirittura vivendo
una vera e propria rinascita: è il caso del leñaméjr (il
falegname), tuttora un’attività molto diffusa, sia come piccolo
artigianato che per la produzione di arredamenti o per la
costruzione di abitazioni. Lo stesso discorso vale per il feréjr
(il fabbro), altro mestiere tipico della valle, ancora vivo
grazie all’ampia richiesta di ferro battuto. In via di estinzione
invece il mestiere del ciabattino, di cui conserva tutti i
segreti (e pure il gergo) lo sciòber Donato, con la sua bottega
nella piazza principale: in passato, in Alta Valtellina,
l’attività dei ciabattini assunse infatti talmente tanta
importanza da originare un linguaggio specifico, il plat di
sciober (il gergo dei ciabattini), che tagliava fuori dai
discorsi chiunque non appartenesse alla corporazione. Il mondo
del sciòber girava intorno alla minela, il tavolino per il lavoro
dove erano conservati i vari attrezzi e le forme (aguzze e uguali
per i due piedi).
Per informazioni: www.bormio.eu
